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Esiste ancora la libertà di parola?
Il liceo francese “Chateaubriand” di Roma ha licenziato un suo dipendente, una
persona che svolge il nostro stesso lavoro in servizio da 9 anni, per la colpa di aver
pubblicato alcuni post su una chat condivisa tra colleghi.
Quei post mostravano le immagini di bambini palestinesi mutilati dai bombardamenti israeliani
a Gaza accompagnate da espressioni di sdegno e risentimento, l’accusa di connivenza con
Israele rivolta ad alcuni Stati occidentali e l’immagine di un leader di Hamas. Nessun atto
concreto quindi ma solo l’espressione di idee e convinzioni personali corredate da
immagini ovviamente e necessariamente crude.
Per queste stesse cose al collega si era già interessata la polizia che ne aveva perquisito
l’abitazione (senza trovare nulla), lo aveva indebitamente portato in questura e altrettanto
indebitamente gli aveva esaminato il telefono cellulare.
È opportuno chiarire che si tratta di una persona di nazionalità algerina, regolarmente
soggiornante in Italia, titolare di permesso di soggiorno, che è stato riconosciuto come
rifugiato politico, incensurato e privo di carichi pendenti. Ciò nonostante, dopo quei post, nei
suoi confronti sono scattate denunce, è stata avviata la revisione dello status di rifugiato ed è
anche arrivato il licenziamento con una giustificazione che suona beffarda.
Il liceo “Chateaubriand” si è infatti appellato alla radicale insussistenza delle condizioni
oggettive per il proseguimento del rapporto di lavoro, in ragione del multiculturalismo, della
convivenza pacifica, del dialogo e del rispetto delle diverse posizioni che caratterizzerebbero
la sua proposta didattica.
In che modo la critica alla guerra indiscriminata condotta da Israele nella striscia di Gaza
e l’esprimere solidarietà ai palestinesi che lì sopravvivono sotto le bombe possa minare il
multiculturalismo, la convivenza pacifica e il rispetto di opinioni diverse ci appare un mistero.
Perciò invitiamo questi farisei a leggere quanto dichiara stamattina il principale alleato di
Israele, il presidente americano J. Biden: “La risposta di Israele a Gaza è stata esagerata (…)
Ci sono moltissime persone innocenti che muoiono di fame, donne e bambini innocenti che
hanno disperato bisogno di aiuto.” Naturalmente ci aspettiamo anche che, mostrando un
minimo di coerenza, dopo attenta lettura, si indignino e ne chiedano quanto meno
l’impeachment.
Al di là della facile ironia però resta l’interrogativo di fondo: cosa resta della libertà di
espressione sancita dalla Costituzione italiana (art. 21) dalla Carta dell’UE (art.11) e dalla
Dichiarazione universale dei diritti umani (art. 19) quando la manifestazione del tuo
pensiero ti fa perdere il lavoro, metta a rischio la condizione di rifugiato e quindi anche
la tua vita, ti espone a persecuzione poliziesca e giudiziaria?
Per questo condanniamo il licenziamento effettuato dal liceo Chateaubriand ed esprimiamo
grande preoccupazione per la deriva dei diritti, per la contestuale leggerezza che l’apparato
giudiziario del nostro Paese mostra nei confronti delle ricorrenti manifestazioni fasciste che si
susseguono nelle città italiane e per il coinvolgimento dell’Italia negli scenari di guerra aperti
in varie parti del mondo.
Roma, 9 febbraio 2024